Il cardo e la Luna (con 6 ricette per cucinarlo).
- Teatro dell'Ozio
- 4 mar 2016
- Tempo di lettura: 4 min
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Sinceramente, quando vaghiamo nel reparto di verdure dei supermercati o occhieggiamo sui banchi dei mercati, il cardo non attira la nostra attenzione.
Non è bello, non è colorato, e non suggerisce una bontà da mettere in tavola.
Invece dovremmo imparare a scoprirlo senza ricorrere alle informazioni della signora accanto che lo sta comprando.
"Scusi signora, è buono?", "Lei come lo fa?".
Certo che è buono!
Facciamo quindi la sua conoscenza.
Ci sono due tipi di cardo, quello alto, dritto, di un verde che tende al grigio e le costole più dure, e quello "gobbo", bianco, le cui costole si incurvano partendo dalla base.
Tutti e due si trovano dalla fine di ottobre fino all'inizio della primavera.
Il loro momento migliore è dopo i freddi quando, come le altre verdure tipo cavoli e carciofi, sono più teneri.
Appartengono alla famiglia di questi ultimi e, come loro, tendono ad annerirsi ed a macchiare le mani.
Meglio quindi, per pulirli, mettersi dei guanti e usare il limone nell'acqua di lavaggio.
Poco conosciutoe usato, la sua coltivazione, molto estesa negli anni '60, si è ora drasticamente ridotta.
Merita però di essere rivalutato sia per il suo gsuto delizioso un pò amarognolo che ricorda il carciofo, sia per la sua azione benefica e protettiva del fegato.
E' una verdura sana, molto digeribile e rinfrescante.
CURIOSITA'!
Quando le piante sono ancora nel campo sono sottoposte all'imbianchimento: coprendole e privandole così della luce, si ottiene un prodotto più tenero e dolce.

Alcune varietà, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, vengono addirittura interrate: circa 20 giorni prima della raccolta le piante vengono legate e piegate in un solco e ricoperte di terra.
I cardi assumono così la caratteristica "gobba"!
COME SI PREPARA E ALCUNE GOLOSE RICETTE.
Per pulire il cardo vanno eliminate le prime costole esterne e tagliate via la base e la parte più interna costituita solo di foglie.
Togliere con un pelapatate o un coltello affilato i fili, le foglie laterali e la palleicina bianca interna alle costole.
Tagliarle in pezzi di circa 10cm e tuffarli in acqua acidulata con limone.
Sciogliere in una pentola con una frusta 2 cucchiai di farina bianca con un pò di acqua, aggiungerne ancora abbondante piano piano, fino a un totale di 3 litri in tutto.
Salare e portare ad ebollizione. Unire i cardi e cuocere 30 minuti circa.
Il modo più classico per gustare i cardi è al gratin.
CARDI AL GRATIN
Dopo aver trattato i cardi (1,2kg) come visto adesso. asciugarli, e disporli in un solo strato in una pirofila rettangolare imburrata. Coprirli di besciamella (anche già pronta) a cui si sono uniti noce moscata, un pizzico di sale, pepe e 4 cucciai di parmigiano grattugiato.
"Fiorire" con qualche fiocchetto di burro e una spolverata di parmigiano. Gratinare in forno per circa 20 minuti.

Ci sono naturalmente altri modi per cucinare i cardi e i cardi gobbi, per esempio in umido.
CARDI IN UMIDO
Dopo aver lessato i cardi passateli nel pangrattato premendoceli un pò.
Rosolateli da tutte e due le parti in una teglia con pochissimo lio extra vergine di oliva.
Toglieteli, metteteli da parte e, dopo aver ripulito la teglia con un pò di carta da cucina, fate un sughetto di pomodoro: olio, due spicchi d'aglio appena scaldati, aggiungere la passata di pomodoro, salare, pepare, e cuocere per 10-15 minuti.
Aggiungete a questo punto i cardi alla salsa e volendo cospargete con un pizzico di parmigiano grattugiato.
CARDI CON SALSA DI ACCIUGHE
Dopo aver lessato i cardi e averli fatti intiepidire conditeli con questa salsina: frullate un mazzetto di prezzemolo con un cucchiaino di capperi sott'aceto, mezzo spicchio di aglio, 30 gr di filetti di acciuga sott'olio, il succo di mezzo limone e olio extra vergine di oliva quanto basta per emulsionare la salsa.
Guarnite con capperi interi e peperoncino rosso fresco a rondelle.
CARDI IN FRITTATA
Tagliate i cardi lessati a pezzetti, infarinateli e fateli rosolare da tutte e due le parti in olio extra vergine di oliva bollente.
Condire con sale e pepe.
Sbattete le uova (un uovo a testa + 1), salate poco e versate sui cardi. Volendo spolverate con un pò di parmigiano.
QUICHE DI CARDI E SPECK
Se volete abbreviare i tempi potete usare la pasta sfoglia o la pasta brisè che si trovano già pronte, altrimenti impastate velocemente 300 grammi di farina con 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 tuorlo, 4 cucchiai di vino bianco e un pizzico di sale.
Formare un panetto, avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo in frigo per 30 minuti.
Stendete la pasta in una sfoglia di 3 mm su carta forno, mettetela in uno stampo di 28 cm e rialzate i bordi di 3 cm.
Bucherellate il fondo, copritelo con altra carta forno e leguni segghi (ceci o fagioli).
Infornate a 180° per 25 minuti.
Nel frattempo tagliate a pezzetti i cardi già lessati e seltateli in padella con una noce di burro, sale, pepe e 120 gr di speck tagliato a striscioline.
Lasciate intiepidire e poi trasferite nel guscio di pasta.
Sbattere 2 uova e 2 turoli con 100 ml di panna fresca, i dl di latte e 4 cucchiai di parmigiano.
Versare sui cardi.
Cuocere in forno caldo per 20 minuti a 180°.

E per finire.... LA NOVELLA DEL CARDO GOBBO.
La Luna, la splendida argentea Luna, uguale in tutti i Paesi del mondo, col suo rassicurante e misterioso biancore, era triste.
Vagando nel cielo, illuminando le notti scure, aveva avuto la sensazione di star perdendo il suo fascino.
Le città erano caotiche, la campagna dimenticata.
Ma soprattutto gli innamorati....erano pochi ormai quelli che camminavano mano nella mano, incantati dalla sua romantica luce.
Dove erano quelle emozioni dolci, quelle esplosioni d'amore, quei baci teneri e appassionati che era da secoli abituata a suscitare e a vedere?
Gl'innamorati non la guardavano più, o se lo facevano era in modo distratto, presi da musiche caotiche, schiamazzi...
Dov'era finito l'amore romantico?
Senza parlare dei poeti, poi....
"Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai silenziosa luna...".
Chi parlava più con la "Luna"?
Meditando su queste meste considerazioni vagava nel cielo illuninandolo tutto.
Guardò giù, la campagna si apriva sotto di lei deserta.
La tristezza prese il sopravvento: gocce d'argento caddero sulla Terra.
La Luna piangeva.
Le sue lacrime si posarono su un campo irto di strane verdure alte e forti che si protendevano verso il cielo: erano cardi.
Ai piedi di uno di loro si formò un piccolo, bianco, luminoso laghetto.
Il cardo guardava quelle lacrime di luna, della Luna triste.
Si chinò per osservarle meglio e le sue lunghe costole si protesero e si piegarono per proteggere quel tesoro penetrando fin sotto la terra.
Così rimasero a lungo, tanto da incurvarsi e restare bianche.
Era nato il cardo gobbo.

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